Monumento dell'emigrante

Il monumento bronzeo dell'Emigrante è stato inaugurato il 6 ottobre 2011. L'opera è stata fortemente voluta dal presidente della famiglia degli ex-emigranti di Longarone, ing. Arrigo Galli.

 

Questo monumento vuole ricordare quanti hanno lasciato la propria madre terra per ricostruirsi una vita migliore. L'autore dell'opera è Antonio Bottegal che cosi spiega il significato del monumento: -Il bronzo è per far risaltare le figure che rappresentano diversi mestieri, alcuni scomparsi come il carrettiere, altri attuali come il gelatiere.

 

Longarone ha stretto in questi anni numerosi patti d'amicizia con i Paesi in cui i nostri emigranti hanno vissuto come in Brasile, in Argentina, in Germania e in Croazia.

A partire dal 2011 sono stati stipulati patti di amicizia con le seguenti città:

-L'Aquila che risale ai tempi del processo Vajont e si è rinsaldato in occasione del sisma del 2009, quando molti longaronesi partirono volontari per assistere la popolazione abruzzese.

-Tesero dove nel 1985 ci fu una frana fangosa in val di Stava che causò 268 morti

-Kutina terra di emigrazione bellunese che poi è diventata immigrazione durante i conflitti degli anni novanta.

-Caerano San Marco che ha invece perso diversi lavoratori nella fabbrica Lampugnani a Longarone nel 1963

-Tavarnelle Val di Pesa, un comune che ha ospitato molti orfani del Vajont nella frazione di Morrocco, attraverso gli amministratori e le scuole il rapporto di amicizia non si è mai spento

-Tempio Pausania dove nel 1983 un incendio doloso causò la morte di 9 persone

 

 

E gemellaggi con

-Bagni di Lucca dal 1964 in seguito alle proteste dei cittadini contro il progetto di costruzione di una diga, fermata per via del tragico esempio del Vajont

-Urussanga dal 1991 «Questo gemellaggio», ha detto Padrin sindaco di Longarone, «è un punto importante della nostra storia. Una storia iniziata alla fine del 1.800 quando tanti nostri concittadini presero la strada dell'emigrazione. Aver scoperto persone che questa comunità ha conservato nel cuore le proprie origini, il nostro dialetto, ci ha aperto il cuore pensando alle vicissitudini, talvolta tristi e faticose, che hanno dovuto portare con nel cuore sempre l'amata patria. In questi anni abbiamo instaurato un profondo rapporto di amicizia, fratellanza nella cultura, nel sociale fondato nell'identità di comuni sentimenti e ideali. Vorremmo fare di più, ma la lontananza tante volte non è facile da superare. Di strada ne è stata fatta, ma mi auguro ne faremo ancora tanta insieme per vivere ancora momenti emozionanti come questi». 

 

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MERCOLEDI': 9.30-12.30 / 15.00-18.00

GIOVEDI': 9.30-12.30 

VENERDI': 9.30-12.30 / 15.00-18.00

SABATO: 9.30 - 12.30 

DOMENICA: CHIUSO