Il campanile di Pirago

Il campanile di Pirago è rimasto miracolosamente intatto dopo il passaggio dell'onda che ha distrutto la chiesa adiacente di cui il campanile faceva parte. Recentemente ricostruito è visitabile ad 1 km dal centro di Longarone.

 

Foto del campanile prima del disastro, la mattina dopo il disastro e al giorno d'oggi

Longarone Pirago campanile

 

Il campanile si trova vicino al cimitero di Pirago, frazione di Longarone a un chilometro dal suo centro. La chiesa venne eretta verso la fine del 1400. La torre campanaria e l'abside rivolta verso est constituiscono i resti dell'antica chiesa di Pirago andata distrutta nel disastro del Vajont. Dedicata a San Tomaso apostolo, venne eretta verso la fine del 1400 dai Regolieri di Longarone, Igne e Pirago, che ne curavano la manutenzione e seppellivano i defunti nell'adiacente cimitero, poi ampliato dopo Napoleone. Dalla relazione della Visita Pstorale del 1726 si ricava che il fabbricato, ad aula, misurava 12x7 metri. Nel 2000 il sito è stato oggetto di un intervento di recupero che ha comportato, oltre alla sistemazione del camposanto, il restauro dei manufatti con metodologie non invasive. Sull'area antistante l'abside è stata realizzata una pavimentazione in pietra di Castellavazzo simile all'originaria, delimitata da murature in sassi che ricalcano il perimetro dell'antica navata.

La vecchia Chiesa di san Tommaso è ricordata nel testo di Visita del 1547 nella quale si accenna anche alle rendite provenienti dai beni dotali (particolare attestnte l'antica fondazione).

Nel 1553 si ribadisce il possesso di introiti stabili che ne consentono la manutenzione. Edificata sopra un colle ubicato fuori dal centro abitato del villaggio di Pirago, è circondata dal proprio cimitero, ha le falde del tetto ricoperte con scandole, probabilmente è costituita da un'essenziale aula con piccolo presbiterio nel quale si eleva l'unico altare. Su quest'ultimo è posizionata la pala "antiqua" dipinta su tavole lignee. In tale descrizione, non senza fondamento, pare possibile ravvisarvi un trittico tanto piu che il testo iconografico si compone, appunto, di tre figure "una Nostra Donna, un Santo Thome et un Santo Antoonio Abbate".

Se cosi fosse potrebbe trattarsi effettivamente di opera quattrocentesca: ne discenderebbe cosi un'anteriore cronologia per la fondazione del tempio. 

Dagli Acta Visitalia dell'8 agosto 1600 deriva qualche ulteriore chiarimento. Il soffitto del presbiterio  - giova ripetere, di limitatissima superficie - è rifinito a malta mentre quello dell'aula è ricoperto di tavole lignee. Il pavimento è ugualmente definito da tavole di legno. Ha una sola porta ed il campanilino del tipo " a cavaliere" risulta in asse con l'ingresso. Il camposanto, ubicato sul sagrato, non appare ben perimetrato da mura. Il cancelliere di Visita, mecoledi 12 settembre 1607, descrive il presbiterio come separato dall'aula tramite una cancellata a elementi lignei (come allora ovunque si usava per ribadire la centralità e sacralità del presbiterio nel quale si esplicava l'azione liturgica); sulla parete settentrionale del medesimo sono affrescate alcune figure tra le quali campeggia quella di Maria Vergine. L'antipetto dell'altare - in cuoio recante fregi d'oro - è caratterizzato dall'immagine di san Tommaso dipinta al centro. Fuori dalla Chiesa, addossato alla parete settentrionale si trova un minuscolo sacello contenente un'immagine della Madonna e santi. Dal testo del 1626 veniamo edotti circa la mancanza della sagrestia in quanto i sacri parametri ed il vasellame liturgico sono custoditi in un apposita cassa ubicata nel presbiterio. Tra gli "Ordini" di Visita lasciati dal Vescovo Giovanni Tommaso Malloni nel 1635 c'è l'esortazione ad "innalzare la chiesa", cioè a conferirle la maggior funzionalità unitamente ad un aspetto più dignitoso con una struttura di maggiori dimensioni e nobili proporzioni. 

Tra il 1641 e il 1662 il tempio viene praticamente riedificato. Il testo latino, infatti, ora fa riferimento ad una struttura abbastanza ampia, al pavmento in quadri di pietra, a due porte sopra le quali si aprono altrettante finestre (forse ad arco), alla presenza della sagrestia. Oltre all'altar maggiore sono ora documentati due minori. Uno posto contro la parete di settentrione (donato da Francesco Campelli nel 1658) ha l'alzata intagliata e dorata contenente una pala dipinta raffigurante san Franceco e santa Elisabetta e nel mezzo - in un riquadro protetto da una grata dorata - una miracolosa figura della Madonna. Tale immagine in affresco con tutta probabilità storica proveniva dall'antica chiesa. Di fronte si eleva il terzo altare abbellito dalla sua pala (raffigura i santi Stefano, Antonio e Giuseppe). A settentrione si eleva la torre campanaria sorreggente una campana benedetta. Il camposanto, perrimetrato da muri, circonda la chiesa. Nel pavimento del tempio sono ricavate anche tombe private (dei Signori Campelli). I banchi risultano di proprietà privata dei Signori Campelli, Stefani, Sartori, Pellizaroli, Teza. Tali banchi, di esclusivo uso delle famiglie titolari, diverranno causa di disordini in quannto regolieri non tollerano che all'interno del tempio alcuni privilegiati per nascita o per censo possano vantare qualche cosadi "riservato". Durante un'infuocata contestazione gli arredi verranno poi scaraventati fuori dall'aula e fracassati. 

 

 

Per raggiungerlo dalla rotonda all'entrata di Longarone proseguire dritti lungo Via Marconi. Dopo circa 100 metri girate a sinistra verso Pirago e proseguite dritti lungo via Pirago. Girare a sinistra e poi subito a destra: il campanile si trova affianco al cimitero.

 

 

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PIRAGO CLOCK TOWER

Pirago’s clock tower  is still standing after the tragedy but the church was destroyed ; it will always be a symbol of what happened. Recently the clock tower has been rebuilt  and open to the  public . It’s 1km far from Longarone .

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