Provagna
La tranquillità e la pace del centro storico di Provagna, mantenendo le originarie caratteristiche urbanistiche, sembrano aver fermato l'orologio del tempo, con un cartello stradale a ricordo di trafficati passati.


Il 2 giugno 181 i signori Pietro di Provagna, Natale e Giardino della Dogna, Dionisio, Gerardo e Lioncello di Soverzene acquistarono dai bellunesi Saraceno e Capella "col prezzo di piazza di quattrocento libre di denari veneti" il monte Embulon, sito nella Pieve di Gavazzo, tra il torrente Vajont, lo Spiz Gallina e il corso del fiume Piave. In tale area, non rintracciabile nella cartografia attuale, né desumibile dalla toponomastica, ma ubicata presumibilmente nella zona del Toc, i compratori e i loro eredi potevano pascolare gli armenti, esercitare la caccia, segare l'erba e trasformarla in fieno. Tale atto di compravendita, stilato a Belluno alla presenza di un notaio e di numerosi testimoni, costituisce uno dei più antichi documenti in cui viene menzionato l'abitato di Provagna.