I Musei

Longarone è il capofila della rete museale "Piave Maè" che riunisce e collega variegate ed interessanti realtà museali tipicamente bellunesi, legate da due importanti vie naturali che si identificano con il fiume Piave e il torrente Maè. 

Museo Longarone Vajont Attimi di storia - Longarone

INTRODUZIONE

Inaugurato il 23 maggio 2009, è il primo nucleo museale dedicato alla storia di Longarone e del Vajont, si trova presso il centro culturale di Longarone in piazza Pietro Gonzaga.

Per la comunità di Longarone la Memoria è un valore altissimo: non può essere dimenticato il passato del nostro paese, tragicamente strappato alla vita la notte del 9 ottobre 1963.

E' importante però non solo ricordare, ma soprattutto far ricordare, in particolare, a coloro che quella notte, fortunatamente, non c'erano perché lontani o non ancora nati...
Per assolvere a questo doveroso impegno, la Pro Loco di Longarone ha allestito nei propri locali una mostra fotografica permanente, ma in continua evoluzione.Logo_museo_longarone_vajont_attimi_di_storia

Il percorso museale, studiato seguendo la cronologia degli eventi, si snoda attraverso due scale che, collegate da un tunnel buio, simbolo della notte del Vajont, rappresentano il "prima" e il "dopo" del 9 ottobre 1963. Attraverso immagini, documenti, filmati e reperti, è ripercorsala storia di Longarone dagli inizi ad oggi. Il museo costituisce uno strumento di conoscenza della storia locale ed intende trasmettere al visitatore un'emozione forte ed una reale consapevolezza che il valore della vita e gli insegnamenti del passato sono fondamenti imprescendibili per costruire il futuro.

Il percorso è sottolineato da un fondale che costituisce il filo che lega la narrazione con stringhe verticali che rappresentano numericamente le 1910 Vittime della tragedia del Vajont e che rimandano, nella forma ritorta, alla sofferenza patita dalle stesse e allo sconvolgimento fisico subito dalle cose, di cui i binari attorcigliati della ferrovia costituiscono l'emblema figurativo, A questi elementi si affiancano delle lamelle bianche che ricordano i bambini mai nati.

 

 

tel 0437 770119

indirizzo: Piazza Gonzaga, 1 - Longarone

 

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GALLERY CON LE FOTO DEL MUSEO

 

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Inaugurated recently in 2009, the Museum “ Longarone Vajont.  Attimi di storia ” (flashes oh history ) exhibits a great amount of images, reproductions of newspaper articles and findings, which are outlined on an impacting backdrop made up of 1910 twisted lamellas. These symbolize the victims of the tragedy and the suffering of the Community and of the whole territory. Next to the lamellas are straight white elements rapresenting the children who were never born. The itinerary closes with the section  dedicated to the reconstruction of the town, without however forgetting other tragedies caused by human incompetence. 

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DE

Erst 2009 eingeweiht, stellt das Museum “Longarone Vajont. Attimi di storia” viele Bilder, Kopien von Zeitungsartikeln und verschiedene  Funde aus, die auf einem eindrucksvolllen, aus 1910 gedrehten Lamellen bestehenden Hintergrund sich befinden. Diese Lamellen symbolisieren die Todesopfer der Tragödie, die Trauer der betroffenen Gemeinde aun des ganzen Gebietes. Daneben findet man gerade und weiße Elemente, die für dei nie geborenen Kinder stehen. Der Weg durch die Ausstellung endet mit einer Abteilung für die Rekonstruktion der tragischen Katastrophe, ohne die weiteren von der menschlichen Unfähigkeit verursachten Tragödien zu vergessen.

 

Museo interattivo delle Migrazioni

Presentazione
Avere il MiM nella sede dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, realizzata grazie al contributo e al sacrificio di molti emigranti bellunesi, significa portare una riflessione e una memoria dentro un luogo vivo, da molti anni riferimento per gli emigranti, gli ex emigranti e oggi anche per gli immigrati accolti nella nostra terra.
Il MiM parte proprio da queste esperienze e dalla loro attualità, come testimoniano le video interviste a molti protagonisti di questa vicenda, che costituiscono il cuore multimediale del Museo.
Un piccolo viaggio che comincia dunque dal vissuto delle persone, per comprendere in senso universale l’essenza e la dignità della condizione di migrante, comune a tutti i popoli e a tutte le epoche.
Per capire come i continui flussi e riflussi di umanità siano la linfa vitale del nostro pianeta, quella che ha contribuito nei secoli alla nascita e alla crescita di grandi civiltà.

 

Contatti
www.mimbelluno.it
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
tel. +39 0437 941160
fax +39 0437 941170
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Museo del Ferro e del Chiodo - Forno di Zoldo

Il Museo è sito in un importante edificio storico. Infatti, soprattutto durante il dominio di Venezia, ospitò il Capitano di Zoldo e successivamente fu sede del Municipio. Dopo il restauro nel 1988 il Comune lo destinò a Museo etnografico. A definirne la specializzazione, contribuì il noto studioso Giuseppe Sebesta. Il suo parere scientifico fu determinate per dedicarlo al chiodo, all' "oggetto" che ha caratterizzato a lungo l'economia e la vita della popolazione.

Il Museo, il cui allestimento sta per concludersi, è disposto su due piani. Al primo, il percorso evidenzia didatticamente l'evoluzione della chioderia nel territorio di Zoldo. Partendo dalle miniere di ferro e dall'introduzione in loco del metallo, viene dato risalto all'esistenza del "Forno fusorio di Zoldo", impiegato per la produzione di verghe e verghelle di ferro dalle quali si realizzavano i chiodi.

Ci sono quindi pannelli esplicativi dell'attività mineraria e del trasporto del materiale dalla miniera; vetrine con attrezzi da miniera, gigantografie del forno fusorio del '700 e dello schema del suo funzionamento; la ricostruzione del maglio e le illustrazioni del suo funzionamento; ricostruzioni di forge da fucina e di vari tipi di alimentazione, di diversi esemplari di mantice e pompa idraulica; vetrine con accessori da forgia e relativa rappresentazione iconografica.

Al secondo piano, con analogo supporto di didascalie e immagini, si trova una serie di chiodi diversificati con spiegazione del loro utilizzo e individuazione della loro diffusione nel Veneto.
Ancora, sono illustrate le fasi attraverso le quali si ricavava il chiodo; sono presentati vari tipi di chiodi; diversi modelli di incudine e relativi ceppi di sostegno; l'uso locale del chiodo è anche evidenziato ricorrendo alla terminologia dialettale.

Mediante documentazione originale, è pure ricostruito il commercio dei chiodi e il lavoro del chiodaiolo, sia quando lo eseguiva da solo, sia in gruppo consorziato in cooperativa.

Indirizzo
Via San Francesco, 15 - Forno di Zoldo (BL)
Tel. 0437 787811 (Museo)
Tel. 0437 78144 (Comune)


Il Museo del ferro e del chiodo di Forno di Zoldo riaprirà sabato 20 giugno con i seguenti orari:

Giugno
sabato e domenica 10.00-12.00 / 16.00-18.00
Luglio
martedì e giovedì 16.00-18.00
sabato e domenica 10.00-12.00 / 16.00-18.00
Agosto
martedì e giovedì 16.00-18.00
sabato e domenica 10.00-12.00 / 16.00-18.00
Da lunedì 10 agosto a venerdì 21 agosto aperto tutti i giorni dalle 16.00 alle 18.00.
Settembre (fino a giovedì 17)
martedì e giovedì 16.00-18.00
sabato e domenica 10.00-12.00 / 16.00-18.00
Dal 19 settembre
sabato e domenica 10.00-12.00 / 16.00-18.00
Sono possibili le visite guidate al Museo e alla Fusinela di Pralongo con gruppi di almeno 5 persone da prenotare almeno nei due giorni lavorativi precedenti telefonando alla segreteria del Comune: +39 0437 78144.

(Testi e foto tratti dal sito www.museipiavemae.com

 

 

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EN

Situated in the old Palace of the Capitanato, the Iron and Nail Museum aims at offering an analysis of the nail industry in the Val (Valley) Zoldana, but also of mining and metallurgic history, dating back of the 13th century, and of the professional skills on which this production was based. Different types of nails and smith work tools are exhibited, together with the reconstruction of a nail maker’s work position. Hinges, locks and tools for working the land and to be used in the woods are also exhibited, supported by reproduction of maps and photographs.

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DE

Das Museum befindet sich in dem alten Palazzo del Capitano. Kern des Museum ist die Bedeutung des Nagels für Zoldo; es wird aber allgemeiner die Geschichte des Bergbaus und der Metallverarbeutung seit dem 13. jahrhundert gezeit. Viele verschiedene Typen von Nägeln sind hier ausgestellt, wie auch Werkzeuge der Schmieder, Angler, Scholosser sowie das Werkzeug für Waldarbeiten und Ackerbau. Das wird verdeutlicht auch durch Reproduktionen von Ansichtskarten, Karten und Fotografien. Es gibt dazu die Rekonstruktion der Stellung eines Nagelfabrikanten.

Museo della Pietra e degli Scalpellini - Castellavazzo

L'Associazione Pietra e Scalpellini di Castellavazzo si è data tra i suoi compiti costitutivi quello di attribuire un'adeguata testimonianza agli antichi mestieri di cavatore, scalpellino e delle lavorazioni della pietra, che hanno sempre accompagnato la vita di questo piccolo borgo di montagna, giacchè il legame di Castellavazzo con la pietra è sancito dalla Stele Neroniana realizzata nei primissimi decenni dopo Cristo.
DSC 5470La sede museale è ospitata presso i locali delle ex scuole medie in Via IV Ottobre, nella parte alta dell'abitato, su di uno sperone di roccia dominante l'abitato e circondato dalle cave dismesse La Olta e Foran le quali, senza soluzione di continuità, costituiscono un ineditounicum con il centro storico dell'abitato, anch'esso tutto realizzato con la pietra.

Da questo luogo che chiude come un anfiteatro la media valle del Piave, si possono scorgere tutto intorno i segni e le ferite che l'attività di cava ha inflitto al territorio.
La primitiva raccolta di reperti e attrezzature organizzata per merito di un gruppo di volontari e appassionati, autodefinitisi Gruppo Rosso Bruno, è stata nel tempo implementata con sostanziosi apporti documentali, materiali e didascalici.

Un importante definizione del percorso espositivo si è avuta nel 2000 quando, in collaborazione con il Museo Etnografico della Provincia di Belluno, nel 2000 è stata organizzata la mostra "Cave, cavatori e scalpellini, lavorare la pietra in Provincia di Belluno".
Nella primavera 2006 la struttura espositiva è stata riorganizzata e nuovamente ampliata, andando ad accogliere le testimonianze inerenti tutto il contesto provinciale.
FotoMuseo2Tra le svariate interpretazioni che possono scaturire dalla visita della struttura espositiva, vi è senz'altro il suggerimento di utilizzare la raccolta museale quale fonte di ispirazione per ulteriori approfondimenti sul territorio, atti a collocare la rigorosa impostazione scientifica dell'esposizione, che per quanto ben proposta risulta sempre un mezzo distaccato, all'effettiva realtà che ha il compito di rammentare.

All'interno del percorso divulgativo, oltre a Castellavazzo, trovano collocazione numerosi riferimenti relativi ad altre realtà locali, quali le Buse da mole di Tisoi, la produzione della calce di Sois, e tutti gli ambiti estrattivi provinciali.

Il museo è organizzato in 5 sezioni, ognuna legata ad una tematica specifica:

1 La storia geologica
La prima sezione propone un dettagliato inquadramento geologico dell'intero territorio provinciale, analizzando l'evoluzione dell'assetto tettonico e la varietà e la dislocazione delle varie tipologie litiche.

2 Presenze di pietra
L'importanza ed il ruolo che la pietra ha avuto nel corso dei secoli viene celebrato in questa sala dove, splendide e preziose testimonianze, completano l'impianto didascalico; le argomentazioni trattate spaziano dagli usi più materiali e di immediata percezione, ai contesti più eterei e spirituali.

3 La pietra nella quotidianità
Una vasta carrellata di reperti e di esaurienti testimonianze, mette in evidenza lo stretto legame che intercorre tra le quotidiane attività antropiche e la pietra.FotoMuseo3
4 Tecniche di estrazione, lavorazione e trasformazione della pietra
La presenza di ricostruzioni e reperti, coadiuvati da immediati e approfonditi contenuti divulgativi, conducono il visitatore alla scoperta delle tecniche di estrazione, di lavorazione e di trasformazione della pietra.

5 Castellavazzo: un paese di pietra, la pietra di un paese
Un allestimento d'effetto rende omaggio alle vicende storiche del paese di Castellavazzo, il quale ha sempre legato in maniera indissolubile la sua esistenza con la sua pietra; una completa e rara collezione di attrezzature, fotografie, testimonianze, celebra le valenti generazioni di scalpellini autoctoni che hanno saputo esportare la loro apprezzata opera in svariate località non solo europee.

WEB: http://www.pietraescalpellini.it

Tel 347/9647588  -  349/4507864  -  0437/770415

indirizzo: via IV Ottobre - Castellavazzo

 

(Testi e foto tratti dal sito www.museipiavemae.com)

 

 

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The Stone and Stonecutter’s Museum illustrates the role and use of the Castellavazzo stone in the history and territory of Belluno. It exhibits curios items such as stone eaves gutters and the old church tower clock, which stone counterweights. A featuring space is the outdoor Stonecutter’s Workshop, a place where traditional stone cutting techniques are exhibited.

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Das Museum erklärt die Rolle und die Benutzung  des Steines von Castellavazzo im Lauf  der Geschichte innerhalb des Gebiets von Belluno, und zwar auch durch eigenartige Funde wie zum Beispiel die steinige Regenrinne und die alte Uhr des Kirchturmes, die durch steinerme Gegengewichte funktioniert. Sehr charakteristisch ist ein äußerlicher Raum, die “Bottega dello Scalpellino” (die Werkstatt des Steinmetzes), wo die traditionellen Techniken für die Bearbeitung des Steines dargestellt wrden. 

 

 

Museo Etnografico Zattieri Del Piave - Codissago (Longarone)

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Il museo non limita le ricerche alla valle del Piave e dei suoi affluenti, ma intende ampliare la ricerca sui metodi di taglio fluitazione e trasporto via fiume del legname di tutti i fiumi del mondo.

Questa idea è nata quando l'Associazione è andata in altri paesi alla ricerca dei fiumi lungo i quali gli zattieri di Codissago avevano costruito zattere e insegnato a costruirle.
Ci si è resi conto subito che era riduttivo limitare le ricerche solo al Piave, ma che era indispensabile allargare il campo oltre i confini, anche perché la materia era estremamente interessante e ancora tutta da esplorare.

Nel 1988 si modifica lo Statuto dell'Associazione assegnando alla stessa compiti di ricerca e riscoperta dell'antica tradizione del trasporto via fiume con zattere anche in ambito Internazionale. Il Dott. Fabio Costan e il Prof. Giuseppe Šebesta sono stati allora coloro che ci hanno aiutato a redigere le nuove regole.

I rapporti che abbiamo avuto in questi anni con molte associazioni di tutta Europa e anche
extraeuropee ci permettono di avere ormai una vasta documentazione sui metodi vari di trasferimento del legname via fiume, esiste la necessità di avere una sede del centro
Internazionale Studi sulle Zattera, nella quale ci sia lo spazio per poter collocare la documentazione notevole che già abbiamo e che senza dubbio aumenterà con gli anni a venire.
In questa sede ci dovrà essere la possibilità di tenere conferenze e accogliere degnamente le delegazione che vorranno venire a visitare il centro.

Riteniamo che questa sede potrebbe essere ricavata senza una spesa esorbitante demolendo il tetto del museo e ricavando una ampia sala sul sottotetto, che avrebbe le dimensioni di m. 23x9.
Questo ora è il progetto sul quale dovremo lavorare negli anni a venire. I lavoratori del fiume meritano, per quello che hanno fatto per secoli, una sede prestigiosa che ricordi la loro opera.

Indirizzo

Via Giovanni D'Incà, 1 (Codissago)
Tel. 0437 772373
www.zater.it

www.museozattieri.it
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Orario di apertura
Dal 01 giugno al 30 settembre: Tutti i giorni 9.00-12.00 / 15.00-18.00
Dal 01 ottobre al 31 maggio: Su prenotazione

 

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(Testi e foto tratti dal sito www.museipiavemae.com)

 

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Created and run by the “Fameja dei Zatèr e Menadàs de la Piave ”, the Ethnographic Museum of the Zattieri del Piave is unique evidence of the way of construction floats and of their economic and social function. Its deals with the process from lumber cutting and log assembling up to the true and proper floating of the timber. Of great value and quite fascinating is the still functioning sawmill in Venetian style dating back to 1883, which has been reconstructed in the square  facing the museum.

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Initiiert und organisiert von de4r “Fameja dei Zatèr e Menedàs de la Piave”, ist das Musei Etnigrafico degli Zattieri del Piave ein einzigarties Kulturdenkmal, das die Bauarten der Flössee und deren wirtschaftliche und soziale Funktion deutlich macht. In dem Museum werden sowohl das Schneiden des Holzes für die Zusammensetzung der Flösse als auch die Flößerei selbst erklärt. Sehr faszinierend ist das venezinische Sägewerk des Jahres 1883: Noch heute in Betrieb, findet es sich auf dem Platz gegenüber dem Museum. 

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DAL 1°APRILE 2024

L'UFFICIO PRO LOCO LONGARONE ED

IL MUSEO "LONGARONE VAJONT ATTIMI DI STORIA"

SARANNO APERTI COI SEGUENTI ORARI:

LUNEDI': CHIUSO

MARTEDI' : 9.30-12.30 / 15.00-18.00 

MERCOLEDI': 9.30-12.30 / 15.00-18.00

GIOVEDI': 9.30-12.30 / 15.00-18.00 

VENERDI': 9.30-12.30 / 15.00-18.00

SABATO: 9.30 - 12.30 / 15.00-18.00

DOMENICA: 9.30-12.30 / 15.00-18.00

PASQUETTA, 25 APRILE, 1°MAGGIO, 2 GIUGNO, 15 AGOSTO APERTI